Quando ero piccolina e la mamma mi spediva in garage a prendere qualcosa, avevo una fifa blu. Cercavo di sbrigarmi, correndo veloce prima giù, poi su, con il terrore di essere inseguita da un T-Rex.
Sì, avete capito bene, un tirannosauro era il pericolo che, a mio modesto parere, si aggirava per il sottoscala, per i corridoi e, in generale, per tutte le aree buie da cui una malcapitata bambina si ritrovava prima o poi a dover passare. Non importava che si trattasse di un animale preistorico oltretutto di un’altezza tale da non entrarci neppure in una casa; forse anche lui era in formato cucciolo così come lo ero io e, nella dimensione spazio-temporale della penombra, la probabilità di incontrarsi e magari farsi paura a vicenda era alta.
Ma facciamo un passo indietro: stavo preparando tutt’altro articolo per la rubrica “Letture e Ricordi” ma, visto il rush finale delle ultime seicento pagine di IT degli scorsi giorni (!), non ho resistito alla tentazione di scrivere un primo commento a caldo.
Dunque, mentre leggevo del piccolo George e di quanto temesse la cantina, mi sono rivista alla stessa età e ho rivissuto ricordi a cui non avevo più pensato. Ora, da adulta, certe incombenze casalinghe come scendere ai piani inferiori a vuotare la pattumiera o a prendere una confezione di aranciata, mi creano al massimo una leggera scocciatura. I bambini, invece, sperimentano un universo parallelo a partire proprio dalle piccole cose; vedono, credono, vivono il fantastico, accettandone oneri e opportunità (suggerisce Stephen King, ma lo sappiamo per esperienza anche noi!); sono testimoni di un mondo sconfinato che in età adulta è sepolto da fretta, cinismo, razionalità & Co., con tutte le limitazioni del caso.
Per rendere onore all’argomento “IT” non bastano pochi pensieri e, dal canto mio, devo ancora in parte elaborare la grandezza e la magnificenza del romanzo. Posso dirvi che, al termine della lettura, anziché accusare la nota amarezza da “fine libro” – quel senso di perdita, di abbandono -, ho percepito una sensazione di espansione, come se avessi scoperto un territorio nuovo, stupefacente e immenso, in gran parte ancora da esplorare. Ho conosciuto nuovi amici, nuovi misteri e anche un nuovo coraggio. Insomma, IT si è intrufolato anche nella mia esistenza e dubito che mai se ne andrà.
E’ proprio grazie a un’amicizia di lunghissima data se mi sono apprestata alla lettura di questo celebre romanzo e, non a caso, l’Amicizia è il cuore pulsante della storia.
Durante i tre mesi trascorsi in compagnia del capolavoro di Stephen King sono rimasta incantata dalla costruzione di una diga, ho assistito a una sparatoria da far impallidire l’intero far west, sono volata all’impazzata su di una bici sfrecciando come mai avrei osato fare; ho riso, sono fuggita da nemici più o meno umani e molto altro.
Ho incontrato un mostro nelle sue terrificanti forme visibili e in quelle più subdole altrettanto efficaci come la rabbia, la cattiveria, l’intolleranza, la violenza di certi esseri umani verso altri esseri umani. Insomma, un quesito annoso quello del mostro. Chi è per davvero? E chi è per noi? Come lo riconosciamo? Come lo sconfiggiamo? Un tema stimolante che conto di indagare in una futura avventura letteraria.
A conclusione di questo mio piccolo pensiero – minuscolo se paragonato alla vastità del romanzo, e non soltanto in termini di pagine -, vi saluto calorosamente con due ultime cosucce veloci:
1. Qualora desideraste approfondire l’argomento, un articolo che a mio parere merita è il seguente:
https://vibrisse.wordpress.com/2015/11/12/it-di-stephen-king/
Per chi non avesse letto il romanzo: spoiler alert!!
2.Commentate, commentate, commentate!! Attendo le vostre voci!
Buone letture.
Morgane